Il Blog dei Tifosi - Bilancio finale | Fiorentina.it

2022-08-20 03:11:48 By : Ms. Susan Lee

La Fiorentina chiude al settimo posto con 62 punti, frutto di 19 vittorie, 5 pareggi e 14 sconfitte, 59 gol fatti e 51 subiti. L’anno scorso abbiamo conseguito il tredicesimo posto con 40 punti, 9 vittorie, 13 pareggi e 16 sconfitte. 47 gol fatti e 59 subiti.

Il miglioramento è legato a pareggi che si sono trasformati in vittorie, in virtù di una differenza reti che è diventata positiva, da negativa che era. Di poco migliorato il numero delle sconfitte. Alla fine abbiamo vinto una partita in più delle romane che ci precedono in classifica, ma abbiamo perso più di loro e pareggiato molto meno. La Lazio è stata uno schiacciasassi in attacco (77 gol), mentre la Roma ha segnato quanto noi subendo meno gol.

Come l’anno scorso, siamo rimasti per tutto il campionato nella zona di classifica in cui abbiamo stazionato fin dalle prime giornate, senza spettacolari rimonte o rovinose cadute da un’area all’altra della graduatoria. In 28 giornate su 38 siamo stati dal settimo posto in su.

Il percorso è stato piuttosto equilibrato, avendo fatto 32 punti nel girone d’andata e 30 in quello di ritorno. La cosa ha del paradossale considerando che nelle ultime 6 partite abbiamo fatto 2 vittorie e 4 sconfitte, segno che siamo andati appena più piano delle dirette concorrenti romane, e meglio dell’Atalanta rovinosamente caduta. Due terzi dei punti sono stati conquistati in casa.

La posizione finale ci fa centrare una competizione europea dopo lungo digiuno. Curiosamente, è la stessa posizione con gli stessi punti della Roma dell’anno scorso. Una squadra, è bene ricordarlo, che ha un monte ingaggi doppio del nostro, e che l’anno passato era arrivata appunto 23 punti più avanti di noi.

La Coppa Italia è stata un’avventura appassionante, che ci ha visto tornare dopo anni alla semifinale, seminando per strada Cosenza Benevento Napoli e Atalanta, prima di essere battuti dalla Juventus. L’anno passato ci eravamo fermati agli ottavi, sconfitti dall’Inter dopo aver battuto Padova e Udinese. Se in campionato abbiamo fatto tanti punti in casa, in Coppa Italia abbiamo realizzato splendide vittorie in trasferta.

Il miglioramento avvenuto può essere considerato risibile, doveroso, discreto, ottimo o straordinario a seconda dei gusti. Per me è un miglioramento consistente e importante, nient’affatto scontato.

Se l’anno passato avessimo steccato una stagione all’interno di un percorso positivo, quei quaranta punti avrebbero rappresentato una grigia parentesi. Ma negli ultimi anni la Fiorentina si stava abituando a lottare per la salvezza, per cui questa stagione rappresenta una brusca e decisa inversione di tendenza, da un anno all’altro, impresa tutt’altro che semplice.

Abbiamo finalmente ricostruito una squadra che ha una propria identità e che funziona. Potremmo anche aggiungere che era ora che questo avvenisse, ma abbiamo scontato, e continueremo a scontare, l’inesperienza della proprietà e del massimo dirigente nel calcio di serie A. Ma come la differenza reti, anche quella fra errori e scelte azzeccate è cambiata di segno, e tanto la classifica come la qualità del gioco lo stanno a dimostrare.

Lascia più di un interrogativo il fatto che sia stata una stagione in calando anziché in crescendo. L’auspicio sarebbe stato quello di vedere progressi in virtù del crescente affiatamento fra allenatore e squadra, mentre abbiamo assistito al percorso contrario. Le ragioni del rallentamento, fino al crollo finale, sono molteplici. Ha influito in parte la necessaria cessione di Vlahovic e l’acquisto di giocatori che hanno implicato un laborioso e ancora incompiuto inserimento, ma a mio parere ha influito molto di più il progressivo deterioramento della condizione psicofisica, che ha portato la Fiorentina ad essere una squadra psicologicamente lunatica, se non proprio fragile, e fisicamente una delle squadre che corre di meno in tutta la serie A.

Tale stato di cose ha indotto l’allenatore a concentrare la propria attenzione sugli aspetti più conservativi del gioco, nel tentativo di dare maggiori certezze e costanza tanto di risultati come di prestazioni: la cura per la fase difensiva e per la gestione della partita a cominciare da gennaio, dopo le incertezze e i pochi punti all’inizio del girone di ritorno, ha fruttato una buona striscia di risultati in primavera, sulla quale abbiamo sostanzialmente costruito il piazzamento finale, ottenuti più con l’efficacia della fase difensiva che per la vena del gioco d’attacco.

Già sul finire dell’inverno, la Fiorentina arrembante, aggressiva e dinamica di inizio campionato era un ricordo. Dopo il lampo nel buio della partita di Napoli, con il ritorno di semifinale di Coppa Italia si è spenta la luce, c’è mancato poco che vincessimo la corsa dei gamberi per la non-qualificazione europea.

Sul piano individuale, abbiamo assistito a progressi, affermazioni e delusioni in varia misura. Il tentativo di calare Dragowski nel nuovo contesto è fallito, e Terracciano si è dovuto sobbarcare il lavoro del portiere titolare, con risultati da ottimo secondo portiere.

Fra i difensori centrali è stata perentoria la crescita di Igor, diventato un titolare senz’altro affidabile, anche se con qualche lacuna da colmare, costante e proficuo l’adattamento di Milenkovic nella nuova realtà. Al contrario si segnala il regresso di Martinez Quarta e il contributo nullo di Nastasic, dannoso nelle poche apparizioni.

Fra i terzini spicca la contraddittorietà di Odriozola, un fattore quando attacca, al limite dell’inconsistenza quando difende. Poco ci si aspettava da Biraghi e Venuti, e poco hanno dato. Sebbene il capitano abbia assicurato costanza di rendimento e buona predisposizione nella fase offensiva, i segnali incoraggianti di miglioramento della fase difensiva nelle primissime uscite sono rimasti l’illusione di un cambiamento radicale. Terzic abbastanza anonimo.

A centrocampo la svolta è stato Torreira. La sua evoluzione nel corso della stagione è stata una novità decisiva, che ci ha tenuto in piedi per un importante tratto del cammino. Castrovilli si è gravemente infortunato mentre stava raggiungendo buoni livelli, e la sua assenza ne ha dimostrato l’importanza. Percorso contrario per le altre mezz’ali: Bonaventura e Maleh hanno dato il meglio nella prima metà di stagione, mentre Duncan ha continuato ad alternare prestazioni splendide a partite da incubo. Da segnalare il progresso di Amrabat, che con tanto lavoro ed applicazione si è piano piano inserito nel gioco della squadra.

Annata in regresso per gli attaccanti. Sottil Saponara e Nico hanno perso efficacia e brillantezza nel corso della stagione, e in un certo senso il loro percorso è rappresentativo di quello dell’intera squadra: ottima partenza, successiva involuzione, incerto finale. Ikoné ha mostrato numeri importanti da valorizzare, limiti importanti da colmare e un lavoro di inserimento da completare l’anno prossimo. Callejon ha dato il poco che era rimasto.

Centravanti in sintonia con i compagni di reparto e la squadra intera: Vlahovic non se n’è andato segnando (a secco sia a Verona che nella caporetto di Torino, prima di andare in quarantena per Cagliari) e nel suo percorso juventino ha abbassato la media che aveva a Firenze. Piatek ha sfruttato i pochi palloni buoni che gli sono arrivati, pur dando un apporto nullo in fase di manovra per caratteristiche tecniche. Il ché gli ha fatto preferire Cabral, cecchino quasi quanto il compagno nelle poche occasioni in cui è stato messo in condizioni di concludere, ma ben più lottatore del polacco. Un giocatore sul quale e per il quale lavorare.

Per finire, l’allenatore. Straordinario nel cambiare il volto della squadra rispetto all’anno scorso, infondendo convinzione e mentalità al servizio di un’idea di gioco ben precisa e appassionante. Intelligente nel tenere coinvolto ogni elemento della squadra, in modo da avere sempre tutte le risorse umane e tecniche disponibili. Molto bravo nel disegnare l’evoluzione tattica della squadra, portandola a colmare evidenti lacune in fase difensiva e a valorizzare il contributo di alcuni giocatori come Torreira e Igor.

Fragoroso il crollo finale, a cui hanno probabilmente contribuito in egual misura l’inadeguatezza delle risorse psicologiche del gruppo nel suo insieme a tenere fino in fondo una stagione di questo tipo, e una preparazione fisica di corto respiro, sulla quale dovrà riflettere molto in questi giorni.

Compiti per le vacanze: lavorare sulle soluzioni offensive, in modo da valorizzare le caratteristiche tecniche dei giocatori e rendere più imprevedibile la manovra; rivedere il lavoro quotidiano e la preparazione alla partite, per durare tutta la stagione e rendere gli impegni ravvicinati quello che sono per tutte le squadre di media e alta classifica, cioè ordinaria amministrazione.

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La redazione sa che a breve inizierà la finale di Champions fra Liverpool e Real Madrid che è un tantino più importante dell’ingresso della Fiorentina ai preliminari della Coppa degli Ultrafalliti?

Però un portiere non dovrebbe chiamarsi Gollini. Ini o oni, i gol è lì per evitarli. Che si prendano solo gollini a me non basta. Allora può andar bene anche un Vicario.

Alla Fiera dell’Est un topolino per due soldi mio padre comprò E venne Rocco che mangiò il topo, bevve l’acqua, accese il fuoco scatenò il gatto che in due minuti il topolino mangiò Alla Fiera dell’ Est … continuate voi ché devo seminare fagioli e fagiolini.

Qualche rapido appunto di viaggio. 1) 17 anni da Della Valle condensati, tutti o quasi, in 3 da Rocco. Diteglielo voi, a Commisso, che non è fast, fast, fast. 2) Rocco e i risultati sportivi: buona annata, grazie anche all’intuizione Torreira, ma non lo riscatta, per non spendere gli stessi soldi buttati per Kokorin e Callejon. 2a) Rocco e la stampa: bravo nel difendere la viola dagli attacchi esterni, ma non distingue giornalisti amici e nemici. Pesci in faccia a tutti, belli e brutti. Per non parlare dell’intervista farlocca, senza un minimo di contraddittorio. 2b) Rocco e i soldi: centro sportivo da un bel pacco di milioni, ma niente Berardi, che costa troppo, cioè una frazione del precedente pacco di milioni. 2c) Rocco e la Juventus: schiaffoni metaforici al biondo Pavel ed agli ‘Gnelli in tutti, salvo poi essere pappa e ciccia con i bianconeri in lega e durante il mercato, alla voce cessioni. 2d) Rocco e gli allenatori: -“Io i miei collaboratori non li licenzio”; però in tre anni siamo al sesto allenatore, contando anche Beppe Bis e Ringhio Zero. E potrebbe non essere finita; roba da far invidia al miglior Zamparini. Si potrebbe continuare per un bel pezzo. Inizio a pensare di averne due, di presidenti: quello che fa e quello che disfa: Rocco “Uno e Bino”, volendo essere eretici.

Non ti fare sentire da PIERRE.

Paolo lui il suo piano d’investimento lo aveva fatto, e passava da Campo di Marte. Saltato quello saltato tutto. Lo disse anche, fu molto chiaro. A domanda rispose “Allora si vivacchia”. Non lo puoi convincere che “ma no guarda, in realtà potresti investire diversamente e arrivare ai risultati lo stesso”. Qualche imprenditore l’ho conosciuto, la costante è che fanno solo di testa propria, anche quando sbagliano, ci battono la coccia ma non sentono ragioni. “I soldi sono i miei e nessuno deve dirmi come spenderli” non lo dice mica solo Rocco, lo dicono tutti. E’ come se a Lotito o De Laurentis qualcuno andasse a dirgli: ma perchè non fai un bello stadio? In mancanza di svariati chilometri quadri da cementare ti ridono in faccia. Loro di calcio ci vivono, e fanno soldi un po’ qui e un po’ là, mantenendoci la famiglia. Rocco ha la Mediacom, di vivere col calcio non gliene importa nulla. Avrebbe voluto solo essere ricordato come Rocco I, imperatore di Firenze e del pallone italico, quello che trasforma una squadra di fascia medio alta in uno squadrone con sfarzosi palazzi imperiali, fondamenta di prestigio e vittorie, e che trasforma la serie A in un’industria che macina dollari invece che debiti. E’ un tipo testardo, riproverà nella prossima vita.

quando ha trattato con i DV la questione stadio sara stata sicuramente tirata in ballo…. Cosa gli avranno detto i DV? Rocco non ha chiesto informazioni ai “ burocrati ? Che risposte ha avuto? Secondo me queste sono domande e risposte che possono dare indicazioni su tutta la questione….

Ma guarda Bayle che Rocco ha sempre detto tutto e con chiarezza. Il fatto è che i tifosi preferiscono interpretarlo piuttosto che limitarsi ad ascoltarlo. Sulla Mercafir per esempio già nel 2020 disse:”Come potevo sapere che avevate lavorato 15 anni su un progetto irrealizzabile come Mercafir? È un problema di sostanza, di mentalità. Ricordo quando portai i miei ragazzi in gita su un battello a New York a vedere la skyline. La nuova skyline è stata costruita e ricostruita di continuo negli ultimi venti anni “

Fui uno dei primi a dire di prestare attenzione letteralmente a quello che diceva, come ricorderai. Disse, sempre agli esordi, anche che se i tifosi lo avessero criticato non si sarebbe fatto più vedere. Bene, se la sua idea rimarrà quella di vivacchiare per anni, credo sarebbe opportuno fargli capire nelle sedi opportune (lo stadio, le curve) che non solo sia una ottima idea che non si facesse più vedere, ma che velocizzasse una cessione. Sentire un presidente col pepe al di dietro contro la piazza e i tifosi oggi si e domani anche può andare bene solo a tifosi fessi.

Ho imparato da te ad ascoltarlo alla lettera

T’immagini, Pierre, se Rocco Commisso sarebbe potuto diventare uno degli uomini più ricchi del mondo se, una volta fatto un investimento con un certo obbiettivo e non vedendolo più raggiungibile, avesse detto a moglie e figlio: “Ragazzi, allora si vivacchia”.

Non conosco la sua storia, ma immagino che uno così, se vuole andare da una parte e trova la strada chiusa, ne imbocca subito un’altra, e poi un’altra ancora, finché non lo trova il modo di arrivare dove si è prefisso.

Se l’obbiettivo di Commisso fosse quello di fare calcio in Italia, il modo lo troverebbe. Se la strada non può più essere quella dello stadio di proprietà – che hanno in pochi – ne imboccherebbe subito un’altra senza stare ad aspettare che il virtuoso di violino Nardella gli trovi il modo – a lui! – di incrementare i ricavi di una sua società.

L’unica cosa che non vedo consona a uno così è proprio il vivacchiare. Infatti non credo che vivacchierà a lungo in attesa di suggerimenti su come aumentare il fatturato della Fiorentina.

Chi non ha ancora capito che i soldi non ci sono nè per la Viola nè per tutte le altre squadre si metta sdraiato su un divano e serenamente legga o ascolti tutto quanto viene riportato sull’argomento. Sarà un mercato di scambi di figurine e tu dai un Pizzaballa a me ed io ti do due Tagnin a te. Perfino i gobbi stanno limando ed eliminando tutti quelli in surplus, stanno tagliando giocatori per poi raccogliere un tesoretto e quindi poterlo spendere per qualche acquisto mirato. Il Milan l’Inter stanno già avendo qualche problema ed altre si accoderanno nella processione diretta verso il Banco dei Pegni. Insomma non voglio difendere nessuno ma provare a spiegare il momento di crisi economica a cui stiamo assistendo impotenti. Per i bilanci sorvolerei è dal 1983 che ogni anno ne formulo alcuni per alcune mie proprietà di quote e posso ritenermi un emerito pivello fintantoché non andiamo a esaminarne ogni minimo dettaglio. Poi indirizzo chi di dovere a renderli almeno credibili per non incappare in rivalse di qualche ufficio delle Imposte.

Trovalo tu un Pizzaballa, Pizzu!! Più facile che un cammello passi per la cruna di un ago…etc…etc…

A tal proposito caro Gattone in questi giorni gira in televisione una pubblicità molto divertente dove si vede passare un cammello per la cruna di un ago, Come vedi la tecnologia fa grandi miracoli e stampare nuove figurine di Pizzaballa sarebbe semplice, per quelle di Jo & Dan non è necessario ne sfornano a bizzeffe in diretta tutti i giorni e non le vuole nessuno.

Ma quelle nuove per un collezionista sarebbero immondizia, Pizzu, altrimenti che collezionista sarebbe!! Non ho visto la scena che descrivi, la troverò…

È vero Pizzu. Però è proprio Rocco che quando comunica, crea l’associazione di idee più ricavi = migliori risultati. In questo modo sconfessa sè stesso quando dice che il modello è l’Atalanta. Comunicare non può essere sempre un modo per gettare un guanto di sfida o togliersi sassolini dalle scarpe. Se si vanta che grazie alla sua credibilità può ottenere in prestito sulla parola “2 o 3 miliardi di dollari” in dieci giorni, poi non si può lamentare se il tifoso si arrabbia vedendo che mette a rischio i contratti di giocatori-chiave per quelli che per lui sono pochi spiccioli

Si chiama distrazione di massa quella attuata da Rocco che non dimenticare a livello di comunicazione è pepato come Elon Musk. Torreira contrariamente ai miei desiderata , rimarrà, alli mortacci

Sono anni che il pallone nuota… non nell’oro ma in quell’altra cosa. I problemi sono molti, e ogni tanto ne parliamo. Però i tifosi ovviamente guardano quei pochi che spendono spendono e poi dicono: babbo… lo voglio anch’io! Perchè anche tu non spendi come il babbo di quello lì? Notizia di oggi è Maldini che “avverte” la futura proprietà, che lui ha stretto i denti con il recupero crediti che ha avuto la squadra fino ad ora, ma dai nuovi vuole mercati “da Milan”, perchè i nuovi hanno già fatto ventilare l’idea che cambia il babbo ma la cassa rimane la stessa. Che l’Inter vada avanti a forza di prestiti è storia vecchia. La Juventus è stata presa in mano direttamente dal cuginone proprio perchè si era rotto di tappare tutti gli anni le voragini del cuginetto. Il risultato è che stanno offrendo contratti a 33-34enni, più Pogba, che non è più il giovane rampante di quando andò a Manchester, ma un giocatore con le tasche piene di soldi che ha passato i suoi anni migliori lontano dai vertici. Qui da noi può ancora fare la differenza ovviamente. Ma tanto questi hanno ricavi che sono tre, quattro, cinque volte i nostri… e vaglielo a spiegare ai tifosi, che ti dicono “Eh ma la Roma… eh ma la Lazio”… La Roma ha bruciato centinaia di milioni per ripianare i debiti, prendere un costoso allenatore messìa, fare la squadra, spendere il doppio di noi in stipendi e arrivarci avanti di un punto, vincendo certo la Lega della Conferenza, in cui noi ci cimenteremo quest’anno. Sai che risate se l’anno prossimo la dovessimo vincere noi, con i numeri che ci ritroviamo! Ragion per cui io la squadra, l’allenatore, i dirigenti e il presidente con la Roma non li scambierei mai. Scambierei i ricavi: 190 milioni. Così potremmo riscattare Torreira e prendere Vicari senza stare a contare il centesimo.

Però, Pizzu, è proprio quando i soldi non ci sono che viene fuori il genio. Coi quattrini in mano sono tutti bravi, o quasi.

I soldi non abbondano per nessuno in questo momento, ma sul campo qualcuno vince e qualcuno perde lo stesso.

Come dicevo sopra rispondendo a Pierre, uno come Rocco Commisso non ha bisogno di tanti suggerimenti per fare la moltiplicazione dei pani e dei pesci. L’avrà già fatta tante volte in vita sua, altrimenti non sarebbe diventato uno degli uomini più ricchi del mondo.

Il fatto è che anche i geni possono riuscire a fare i miracoli solo se sono motivati a farli e se l’effetto che così possono raggiungere è veramente quello per il quale si sono mossi.

Non c’è gusto a tramutare l’acqua in vino, se si è astemi.

Buon sabato e buone birre.

La tua prima frase è VANGELO allo stato puro, caro PAOLOTTO. Persino il mancato agricoltore (che ha fatto impallidire l’elenco telefonico di Roma e zone limitrofe in quanto a ciofeche sesquipedali che ha portato a Firenze), quando gli hanno messo in mano un portafoglio pieno per andare al supermarket a fare la spesa, è riuscito a prendere giocatori validi quali Jovetic, Toni, Frey, Mutu, Gilardino, Vargas e Felipe Melo.

Il problema (sia per il mancato agricoltore che per l”incapace DS che abbiamo ora) è quando ti devi recare al supermarket con l’elemosina domenicale raccolta in chiesa!!! Allora sono guai con la pala e i danni che vengono fatti sono irreparabili.

E’ chiaro che nel calcio italiano di soldi ce ne siano pochi, e noi siamo più o meno in linea con chi ne ha un po’. Ma è anche vero che noi veniamo da circa 200 milioni di entrate in due anni, cifre assolutamente lontane da tutte quelle delle altre di A. Era chiaro, dopo la conferenza, che i 50 mln di ricavo fossero l’attivo rimasto togliendo tutte le spese fatte sul mercato, anche se l’applicazione retroattiva dovremmo sapere che qua da noi non è quasi mai piaciuta. Perché poche squadre di serie A ha un bilancio tra entrate ed uscite in attivo, guardando tra 2019 ed oggi. Udinese +115,45; Fiorentina +47,33; Empoli +40,54; Atalanta +21,42; SPAL +18,85; Hellas Verona +16,93; Sassuolo +14,77; Crotone +2,32; Brescia +0,72; Lecce +0,67; Genoa -2,01; Sampdoria -2,37; Cremonese -5,02; Benevento -14,23; Salernitana -14,30; Spezia -19,46; Cagliari -20,04; Torino -20,15; Venezia -20,97; Inter -24,98; Lazio -35,25; Bologna -43,12; Parma -131,36. Ho tralasciato le grandi che spendono oltre 100 mln. Non dico di fare come il Parma, che evidentemente ha speso tanto ma male. Inoltre, dei 222 mln di entrate, oltre 200 sono arrivati negli ultimi 2 anni, per cui viene fuori che negli ultimi due anni i club che hanno incassato di più dalle vendite sono l’Inter, con 289 (saldo +100) e noi, con un bel balzo in avanti: 205 di guadagno e un saldo positivo di +88,5. Più defilata l’Udinese con un saldo positivo di +68 e il Sassuolo +29. Cosa voglio dire con questi numeri. Che Commisso copre le spese e con l’espediente, assolutamente inusuale, di renderle valide retroattivamente le trasferisce evidentemente in un altra voce di spesa, di gestione o per le infrastrutture. E’ inoltre un’ammissione di colpe, di mercati quasi fallimentari. E’ ripartire da zero. Abbastanza per rendere l’arrabbiatura del tifoso legittima.

Post da incorniciare e fare leggere più e più volte.

A proposito di voci di mercato, ecco un’operazione di quelle fatte per mettere insieme la squadra prendendo quel che serve risparmiando: scambio di cartellini per Kouamé e Gollini… dove Kouamé è il Gollini degli attaccanti e Gollini il Kouamé dei portieri. Certo, sarebbe meglio spendere 10 milioni e prendere Vicari, se come in tanti dite è bravo. Però risparmiando questi 10 milioni ci si prende qualcos’altro che il cartellino di Kouamé non darebbe… Per giunta Gollini credo rientri nel novero dei giocatori cresciuti nel settore giovanile, per fare la lista uefa. Meglio di nulla marito vecchio. Meglio di Terracciano sarà… non tanto meglio, ma un po’ meglio… è già un progresso.

Bel post Bayle. La differenza è che Gollini alla DEA è chiuso e non serve mentre la Fiorentina deve sostituire zio Kalle

O che un portiere, se non è Alisson, non è mai costato come un attaccante, che nonostante in Belgio e nonostante abbia atletismo ma poca tecnica ha fatto 13 gol e 10 assist.

Rifletti, invece di fare tante elecubrazioni, lsul fatto che nemmeno un Vicario in porta ti puoi permettere con it tuo americano.

è incredibile come cerchi sempre di riaggiustare le cose per vederne un buon agire da parte del club, davvero pazzesco…

Si si, avevo capito che ti riferivi al buon PIERRE.?????

Terracciano non mi sembra un gran portiere ma un onesto giocatore, Gollini lo conosco poco ma più o meno, Koaume mi è sembrato scarso ma un cambio per Gollini è un buon affare solo per l’Atalanta, è giovane, è veloce e ha comunque mercato, se poi i soldi sono un problema va bene tutto.

Rocco sta contrattando quattro colpi che sorprenderanno anche i piu’ criticoni.Solo par dare un clou Messi non e’ felice a Parigie Lewandosk ancora non ha firmato per nessuno e tutti e due si dice che sarebbero felicissimi d’essere allenati da Italiano.PECOS siamo americani e .$$$ non sono un problema.

Bravo Gianni, ti vogliamo così ??

Tra i vari “tipi” di bilancio, Ema, ci sono anche quelli da presentare al FIGC e alla UEFA. Con differenti indici e prospetti da evidenziare. Come quello per il FFP, che ha fra l’altro regole diverse anche se si cerca di armonizzarle il più possibile. Un aspetto che spesso trae in confusione riguarda proprio il fatturato. Nel bilancio UEFA le plusvalenze o eventuali vendite di immobilizzi, guadagni non ricorrenti, non vanno nel fatturato “strutturale” composto principalmente dal Match Day, i biglietti, il Broadcasting, le entrate televisive, il Merchandising e gli Sponsor, la parte commerciale e il branding.   Credo che gli “80” milioni di Commisso si riferiscano solo a queste voci, che non comprendono certo la vendita di Chiesa e Vlahovic. Non so a cosa si riferissero i 160 di Calcio&Finanza ma penso ci mettano un po’ di tutto, a mo’ di minestrone, per fare l’articolo più interessante.   Su Violachannel, alla voce “Club”, trovi tutto, anche se pubblicato con un certo ritardo. Sotto “documenti societari”, ci sono i bilanci finanziari, i modelli organizzativi e gestionali, il codice etico, etc. etc.

Dopo aver fatto piangere Chiesa e Vlahovic, sembra che Barone abbia fatto piangere anche Torreira e Betancurt. Non vorrei che venisse fuori che anche Italiano si stia asciugando le lacrime. Ma, a dir la verità, il primo a piangere è stato proprio Joe, di fronte alle ruspe pronte a abbattere il Franchi. Era commozione allo stato puro.

Il primo che Barone ha fatto piangere fu Corvino, in una stanza del Savoy. I singhiozzi li sentirono persino da Gilli.

Quando in foto alla voce ” dirigenti viola” compaiono Rocco, Joe e Prade’ a piangere dovremmo iniziare immediatamente tu, io e tutti i tifosi della Fiorentina. A prescindere dal carattere di ognuno di noi.

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